Basta avere un po’ di pazienza, ci sono grosse novità!
© Warner Bros. per Tom.
Questa è la copertina della pagina Twitter di Vittorio Zucconi. Gliela freghiamo amichevolmente.
E grazie.
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Basta avere un po’ di pazienza, ci sono grosse novità!
© Warner Bros. per Tom.
Questa è la copertina della pagina Twitter di Vittorio Zucconi. Gliela freghiamo amichevolmente.
E grazie.
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Chi, nei prossimi giorni, uscito dall’ufficio o a zonzo per i viali bolognesi, si trovasse nel capoluogo emiliano intorno alle 18, e se il giorno fosse anch’esso il 18 (gennaio), una mezz’oretta dopo, alle ore 18.30, potrebbe recarsi presso il Megastore Mondadori, in via Massimo d’Azeglio n. 34 (in pieno centro a due passi dalla Torre degli Asinelli!).
Potrebbe ascoltare, senza pagare biglietto, una conferenza – presentazione, tenuta da Pier Luigi Gaspa, del suo dotto (e scorrevolissimo) saggio biografico e anche bibliografico su Buffalo Bill, il cow-boy più famoso e anche più fanfarone, icona mediatica costruita a tavolino, ad onta della verità storia.
Il giorno dopo, esattamente in circostanza analoghe, ma nella fu Capitale morale d’Italia, poi capitale immorale e ridimensionata a Tangentopoli, quindi leggermente un po’ rimoralizzata e per qualcuno “orgoglio dello Stivale”… Chi si trovasse alla luce della rilucente Madunina, insomma, pottebbe recarsi (parimenti), il 19 gennaio alle ore 18.30, presso il milanese Megastore Mondadori di via Marghera 28.
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Anche lì si parla di Buffalo Bill con Pier Luigi, galoppando attraverso i vari media e, data la vena preferita dello scrittore, in buona parte esplorando il territorio del Fumetto. Interviene con le sagaci declinazioni della sua sapienza western il critico Loris Cantarelli.
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Pier Luigi parla, tra le altre cose, degli anni eroici del fumetto, anche italiano. Nell’immaginifico quanto rigido dopoguerra la leggenda di Buffalo Bill resta inamovibile come nei primi decenni del Novecento. Qui sotto eccolo in una versione disegnata da Clario Onesti (l’immagine ci è stata fornita dall’inossidabile Felmang).
Anche se le collane da edicola a lui dedicate, spiega Pier Luigi, riscuotono un successo limitato, chiudendo generalmente dopo pochi numeri.
Darei a lui la parola, dato che sa gestirla molto meglio in materia.
“A disegnare le gesta del nostro si cimenta anche negli anni Cinquanta un disegnatore ancora sconosciuto, destinato a grande fama: Guido Buzzelli. Nel 1955, infatti, pubblica i primi otto numeri della collana Celebri eroi dell’avventura, editore Gioggi.”
Dopo aver esposto tutta una serie di uscite fumettistiche di Buffalo Bill, Pier Luigi accenna alle “saghe che furoreggiano negli anni Cinquanta sul settimanale Intrepido della casa editrice Universo, scritta da Luigi Grecchi e disegnata da Carlo Cossio. Si tratta di Bufalo Bill. Pur con una “f” soltan-to, il personaggio che imperverserà per tredici anni (dal 1951 al 1964) sulle pagine del settimanale, seguendone anche i diversi cambi di formato, è ispirato proprio a William Cody.
Questo è, infatti, il nome dell’aitante protagonista, anche se nella versione italica il giovane inizia le sue avventure cercando vendetta contro gli assassini del padre, Silver Cody. Il resto è un susseguirsi di vicende avventuroso-sentimentali nello stile della pubblicazione della Casa Editrice Universo, dai testi ridondanti e pomposi, mentre il look del cacciatore di bisonti nostrano non si discosta da quello “ufficiale” dell’originale, con tanto di baffetti, pizzetto e giacca con le frange.
Ovviamente, data la fama del personaggio, le sue apparizioni non si fermano certo qui…
“E comprendono anche serie e personaggi che da Buffalo Bill hanno tratto il nome, modificandolo magari un po’. Come Buffaletto Bill, che narra le avventure di un ragazzino nel West, oppure il parodico (e non poteva essere altrimenti, dato il nome) Buffalo Brill disegnato dal disneyano Giuseppe Perego.”
Cominciamo col dire che oggi, chi si trova a Milano, farebbe bene a incontrare quel genio che si è da sempre rivelato Enrico Faccini. Allo Spazio WOW, Città Studi.
Constatando la diffusione nel mondo della stupidità, categoria che, secondo Vittorino Andreoli (e modestamente anche secondo il sottoscritto) non deve essere contrapposta all’intelligenza, in quanto procede in modo autonomo con processi ancora in buona parte misteriosi e da indagare, è proprio il caso di cercare di saperne di più sul funzionamento del nostro cervello. Anche per fugare, per quanto è possibile, le superstizioni parareligiose che inquinano il panorama dei nostri conoscenti. Gli stessi che si fanno abbindolare dai ciarlatani, diffidano della scienza ufficiale e si fidano di quello che definiscono “il proprio intuito” perdendo tempo con preghiere, santoni, discipline apparentemente alternative e del tutto campate in aria.
Come si può curare la nevrosi infantile che affetta queste legioni di persone, irrazionali al punto di prestare orecchio alle maschere tragiche di Salvini, Trump e compagnia?
Intanto, conoscere qualcosa di più sul nostro cervello e le sue insidie è un punto di partenza.
Qualcosa sull’inconciliabilità delle nevrosi della femmina e del maschio viene accennato in un corto come Brain Divided, diretto da Josiah Haworth, Joon Shik Song e Joon Soo Song, prodotto dalla The CgBros, e tradotto in italiano come Primo appuntamento.
La mente di un uomo è attraversata da troppi pensieri, divisa tra la razionalità dell’imbarazzo e l’ardore della passione.
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Precisiamo subito che immagini di questo post non si riferiscono al libro che segnaliamo, destinato ai lettori giovanissimi che vanno dagli 8 anni in su.
Un libro originale dove la scienza si intreccia con i fumetti, per raccontare ai ragazzi come funziona il cervello.
Idealmente a uno di loro si rivolgono le domande che seguono.
Che cos’è il sistema nervoso? A cosa servono i neuroni? Come funzionano i sensi? Scoprilo esplorando i quartieri di Cervellopoli con Ramon, un giovane neurone intenzionato a decidere cosa farà da grande. Durante il viaggio dal talamo alla corteccia, fino al cervelletto, all’amigdala e all’ippocampo, potrai conoscere il ruolo di ogni area del cervello: ci sono neuroni che si occupano dei movimenti, altri delle emozioni, altri ancora dei ricordi… A quale squadra deciderà di unirsi Ramon?
Dopo aver conseguito il dottorato in neuroscienze all’University College di Londra, Matteo Farinella ha deciso di coniugare le sue conoscenze con la passione per il disegno, per rendere la scienza accessibile a tutti. Benvenuti a Cervellopoli, il suo primo libro per ragazzi, tratta un argomento complesso con immediatezza e vivacità: la struttura narrativa favorisce sia il coinvolgimento che la comprensione, grazie anche al sapiente connubio tra testo e illustrazioni a tutta pagina, e al linguaggio sintetico e preciso. I concetti salienti incontrati nel racconto sono ripresi nelle due tavole conclusive, che riassumono il funzionamento del sistema nervoso e la struttura del cervello.
Matteo, nato a Bologna nel 1984, collabora a diversi progetti di ricerca e ha vinto una borsa di studio alla prestigiosa Columbia University di New York, per approfondire l’analisi del legame tra arti visive e divulgazione scientifica, in particolare come queste possano influenzare la percezione della scienza da parte del pubblico.
Nel 2014 ha pubblicato Neurocomic, graphic novel edita da Rizzoli Lizard.
Se n’è andato, purtroppo, il grande illustratore e pittore Alessandro Biffignandi.
Paolo Telloli invia la triste notizia al solito gruppo di amici. Proprio stamattina pensavo di accennare a lui in questo blog tentando di trovare il tempo per recensire l’ottimo, inarrivabile lavoro realizzato da Luca Mencaroni e dal suo staff con la schedatura (e la riproduzione, arricchita da commenti, note e biografie) di tutti i pocket per adulti pubblicati in italia e in gran parte dimenticati. In particolare quelli pubblicati da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon, ma non solo.
Alessandro Biffignandi aveva realizzato un florilegio di copertine per questi libretti venduti a poco prezzo in edicola. Romano, classe 1935, Biffignandi è poco noto e poco trattato, in libri come in rete, dove forse la sua scheda più completa si può trovare nel <a href="http://www.dandare.info/artists/biffignandi.htm" sito dedicato a Dan Dare>.
La copio.
Alessandro Biffignandi is an illustrator and oil painter rather than a comic artist, and his work can be seen in many areas of the publishing media.
Alessandro Biffignandi was born in Rome in 1935, where he attended the Favalli studios learning his art. In 1958 he moved to Milan.
From the late 1950’s into the early 60’s Biffignandi worked via the Milanese art agency’s for the French market where he painted covers for various pocket comics for publisher LUG such as Nevada, Hondo, Kiwi, Yuma and Rodeo. He also drew the strips Rombo Bill (Rodeo 1959), Flambo (Flambo 1959), Antonin (Nevada), Agent Special K3 (Special Rodeo 1966), Sergeant Fury (Zembla) and Peter Berg (Hondo 1964).
The late 60’s found him working for Fleetway where he was painting the covers for The Spider and Johnny Nero (note the resemblance to Italian actor Marcello Mastroianni) in the Fleetway Super Library series. The Spider was one of the most popular strips of this period originally drawn by Reg Bunn, then taken over for a while by American Jerry Siegel (of Superman fame). The Super Library was a reprise of the original series that started in the Lion comic series. He also drew at least one cover for Thriller Picture Library.
Biffignandi always feels more comfortable painting in oils, hence his career move in the early 1980’s to abandon comics and to concentrate on book illustration. His covers have graced books published in the UK, United States and Italy. From the late 1990’s Biffignandi was drawing calendars for, amongst others, the Italian Guardia di Finanza (Italy’s fiscal police force).
‘77, ANNO CANNIBALE:
A NAPOLI UNA MOSTRA PER IL 40° ANNIVERSARIO
DELL’ANNO DELLA CONTESTAZIONE
Dall’8 aprile al 14 maggio, al museo PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Napoli COMICON presenta ‘77 Anno Cannibale, mostra che celebra il 40° anniversario di quello che è stato definito anno della contestazione.
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La mostra ripercorre le opere degli artisti del fumetto che hanno reso storico il periodo: Andrea Pazienza, Stefano Tamburini, Tanino Liberatore, Filippo Scòzzari e Massimo Mattioli.
Ma anche Riccardo Mannelli, Vauro, gli altri autori satirici che in quella stagione lontana (ma non troppo) parteciparono alla rivista Il Sale, che si sarebbe trasformata un anno dopo nella celeberrima Il Male…
Parleremo anche degli eventi principali legati al rinnovamento culturale che ha investito cinema, televisione, stampa, teatro e carta stampata italiana, prima dell’avvento delle tele private, delle videocassette e (ovviamente) dei dvd.
Oltre alla mostra, il progetto 1977 comprende incontri, dibattiti e un volume edito da COMICON Edizioni che ospita firme prestigiose della critica fumettistica e non solo, un’ampia panoramica di autori e personaggi dell’epoca e una selezione di storie riprese dalla rivista seminale Cannibale, ripubblicate integralmente.
Riepilogando: nel 1977 l’Italia vive uno dei momenti più delicati della sua storia. Mentre i movimenti studenteschi invadono le strade reclamando spazio e attenzione, il panorama culturale si trasforma: la riforma dell’etere, la nascita e lo sviluppo delle radio libere che propongono una informazione alternativa a livello locale (Radio Alice a Bologna, Radio Città Futura a Roma, Radio Popolare a Milano e tantissime altre), il rinnovamento dei palinsesti televisivi che tornano ad accogliere artisti assenti da tempo, da Giorgio Gaber a Dario Fo, da Paolo Poli a Carmelo Bene (sotto in una delle sue prime partecipazioni televisive, mentre recita Vladimir Majakovskij), senza contare l’esordiente Roberto Benigni e la brancaleonica “banda” di Renzo Arbore.
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Il mondo dei comics non è da meno, con una nuova generazione di creativi, liberi da costrizioni, dinamici, audaci e strafottenti. Questi giovani rivoluzionari del Fumetto imporranno un modo inedito di raccontare, lasciando un’impronta che ha cambiato per sempre il modo di narrare a fumetti. Alcuni nomi ai quali accennavamo sopra, come Andrea Pazienza, Stefano Tamburini, Gaetano Liberatore, Filippo Scòzzari e Massimo Mattioli diventeranno le star più amate del decennio seguente.
Per citare Michele Mordente, esegeta di pubblicazioni under, la rivistina adotta il nome di Cannibale in omaggio all’omonima rivista dadaista, uscita in soli due numeri e diretta da Francis Picabia nel 1920, di cui Tamburini è fervente ammiratore. La distribuzione avviene nei circuiti alternativi e con militante vendita a mano.
Dopo l’uscita del primo numero, Tamburini recluta Scòzzari, il quale a sua volta nel corso dell’estate coinvolge Andrea Pazienza. La seconda uscita, del settembre 1977, è contrassegnata con i “numeri” 4-5-6-7 – prosegue Mordente. E’ una trovata di Tamburini, che impagina la rivista come una specie di doppio flip book carpiato, con quattro copertine, una per ciascun autore.
Personalmente, Cartoonist Globale acquista quel numero a Firenze, nella Libreria del Sole Rosso, in Via del Sole, dove giungono anche comics underground USA e dove Davide Riondino acquista (e chiede di segnare su una lista per futuri pagamenti) il grosso della sua libreria di allora.
Sul terzo numero di Cannibale, del giugno 1978, senza indicazione di numero, sostituito in copertina da un sigillo di ceralacca bucato, esordisce Tanino, introdotto nel gruppo da Pazienza. Liberatore, disegnatore con solide basi accademiche (l’unico del gruppo assieme a Pazienza, da questo punto di vista), è autore anche di una cover dal tono truce e beffardo, in cui un ammiccante Tamburini si cannibalizza.
Stèfano non apprezza, però quella cover (che ancora esiste, l’abbiamo avvistata in una personale di Tanino a Perugia nel 2008, organizzazione Claudio Ferracci & amici). Così, Tanino sostituisce la faccia di Tamburini con quella di un coatto anonimo, che forse può ricordare vagamente il comune idolo Frank Zappa.
Eccolo live nel 1977.
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Nel numero appare per la prima volta Ranxerox, personaggio di Tamburini, un coatto-robot che due anni dopo, rinato sul mensile “Frigidaire”, e trasformato dalla mano iperrealista di Liberatore, sarà tradotto in varie parti del mondo.
Così COMICON celebra quella rivoluzione dimenticata e i suoi giovani protagonisti. La mostra e il libro analizzano la stagione che cambia il Fumetto in Italia, e lo fa tramite personaggi, storie, albi e riviste che ancora oggi sono la luce guida di chi ha scelto di esprimere la sua vena artistica attraverso vignette e balloons.
In un periodo sinteticamente riconducibile al 1977, ma che copre un arco di anni che vanno dal 1976 al 1980, il progetto individua sia i momenti salienti del mondo del Fumetto, in Italia ed anche all’estero, ma anche altri eventi chiave caratteristici di quell’anno, in vari campi artistici e culturali, ma anche politici e di cronaca; dal passaggio alla televisione a colori, al punk, agli anni di piombo.
La mostra presenta tavole originali dei principali artisti del periodo, ma anche opere ed immagini che successivamente hanno toccato, a fumetti, i temi, i personaggi, gli eventi salienti del 1977 e degli anni “non solo di piombo”. Oltre a oggettistica d’epoca, e con scenografie realizzate ad hoc, la mostra presta grande attenzione alla riscoperta di materiali audiovisivi dell’epoca, grazie alla collaborazione con la sede di Napoli della RAI.
L’esposizione sarà realizzata negli ampi spazi del secondo piano del museo PAN, Palazzo delle Arti di Napoli, e durerà per oltre un mese e mezzo, attraversando anche il periodo di Napoli COMICON (Mostra d’Oltremare, 28 aprile/ 1 maggio).
La mostra
‘77 Anno Cannibale
Dall’8 aprile al 14 maggio
PAN – Palazzo delle Arti di Napoli, Via dei Mille, 60 – Napoli
Orari:
lun-sab ore 9.30/18.30 – dom 9.30/14.30 – chiuso il martedì!
Mentre sta preparando novità letterarie di calibro internazionale (assolutamente top secret) da leccarsi i baffi, Alberto Becattini ci apre uno spiraglio di conoscenza, precisando che Freddy Fawn appare sui nn. 5-7 (in realtà 1-3) dell’albo Sniffy the Pup della Standard Comics, nel 1949-50. T
Ecco del caro Freddy tre splash pages. Può darsi che sia anche sul n. 8, al quale purtroppo non Alberto non ha accesso (e nemmeno noi).
Questa è la prima parte di un post in due tempi, abbiamo detto.
Per far capire a cosa si riferisce forse è giusto mostrare per intero il post, che si riferisce ad Al Hubbard e a Tesori International (che prosegue la sua corsa con un ottimo Paul Murry – Bob Ogle, in edicola tra un mesetto circa (da non perdere).
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Cosa c’entra Mickey Rooney?
Ma c’entra, eccome! Guardate il video sopra con attenzione…
Chi ha cominciato a interessarsi di Al Hubbard acquistando il volume della collana Tesori International su Paperoga intitolato a lui e a Dick Kinney, può darsi che ignori la grande arte di questo disegnatore fuoriclasse profusa in fumetti, illustrazioni e disegni animati che esulano da questa produzione di fumetti per il Disney Studio Overseas Program realizzata fra gli anni Sessanta e Ottanta.
Oggi proponiamo un’angolatura differente del discorso, riferendoci al mondo delle tavole originali, sul quale sarà forse il caso di intervenire in qualche occasione in modo serio. magari in un convegno apposito, in un saggio, in un programma televisivo (sicuramente di nicchia) o in un nuovo vlog, che sarebbe il caso di varare al più presto.
Torniamo su Hubbard con le tavole che il collezionista sfegatato, e nostro fedele “seguitore” William Brignone ha inviato a suo tempo a Cartoonist Globale.
Ci è tornato alla mente questo materiale proprio oggi, durante la redazione di un articolo per la rivista dell’Anafi, Fumetto, a proposito dell’Anatroccolo Gimbo, sconosciuto ai più.
Mentre qualche anno fa era praticamente impossibile accedere a materiale pubblicato dall’etichetta Standard, pensato e elaborato nell’ambito del famoso Sangor Shop, adesso la cosa sembra decisamente più facile, grazie a eBay e alle case d’asta o di vendite online.
Perciò spuntano fuori a sorpresa perle su perle, non sempre in ottimo stato di conservaxione.
Sulla qualità del lavoro di Hubbard, specie se all’inizio della sua attività di fumettista autonomo, dopo aver inchiostrato le matite di Ken Hultgren e studiato (a quanto pare) la tecnica di ripasso Walt Kelly, si è detto più volte.
Nello specifico, l’interesse sta nel poter osservare le caratteristiche tecniche e lo stato di conservazione di queste tavole di Freddy Fawn, un personaggio effimero e non certo degno di essere scritto in caratteri d’oro nel Libro dei Comics.
Interessante è, soprattutto, poter individuare le evidenti fasi della produzione delle tre tavole di questa storia, deducibili dalle varie “pecette” e incollature, dai ritocchi e dall’uso di biacca per mascherare qualche magagna preesistente.
Hubbard semra aver lavorato su questa storia in almeno due tornate creando layout diversi, forse seguendo un’unica sceneggiatura. Ha dovuto tornare sui propri passi per qualche ragione che ignoriamo, forse su richiesta dell’editor dello studio, Jim Davis, perché la prima interpretazione consegnata non rispondeva ai criteri richiesti.
Sembra anche ci sia stata la necessità di “allungare” il brodo dell’episodio, compreso in un primo tempo in un numero di pagine più contenuto.
Poi, forse, Hubbard ha dovuto porsi il problema di ridisegnare delle vignette in tutto o in parte. In particolare, in queste prime tre tavole non c’è una sola raffigurazione del personaggio di Willy Weasel sopravvissuta alla prima stesura.
Forse esisteva un model sheet preconfezionato di Willy, da condividere con altri disegnatori per altre storie, e Hubbard non l’aveva seguito in una prima esecuzione grafica dell’episodio?
Non lo sappiamo, ma potrebbe darsi.
Forse lo sa l’esperto americano Steven Rowe, che si è occupato a lungo delle storie e degli autori del Sangor Shop e delle etichette minori di comic books, specie se destinate all’infanzia.
Tutte le altre possibili osservazioni saranno ben accolte.
Sopra, altre quattro tavole del Sangor Shop, acquistate dal cartoonist svedese Joachim Gunnarsson, che lavora alla Egmont Publishing.
Dopo un attento esame, per cercare di individuarne l’ignoto disegnatore, siamo giunti alla conclusione che Hubbard è ancora presente (indiscutibilmente sue le facce feline), ma che le matite, forse molto accennate, sono di Hultgren. L’episodio, di cui ignoriamo il titolo (se ve n’è uno) poiché monco fra le altre della prima tavola, sembra appartenere al ciclo Puss an’ Boots, come si legge dall’appunto a matita in alto.
Ma Puss an’ Boots, vale a dire gli italiani Tom e Dingo (una storia dei quali disegnò anche Nicola del Principe, ne mostro una tavola sotto) hanno una somatica molto diversa nella versione che Dan Gordon avrebbe definito per il comic book Film Funnies (vedi sotto).
Che questo sia stato l’episodio “formativo” di prova? L’ipotesi è degna di essere accolta.
Un saluto con Jim Cummings, the voice of countless Disney favorites, ‘gets dangerous’ with some of your favorite Disney characters.
L’incontro è avvenuto oggi, e ci sono anche due nuove entrate.
L’avevamo annuncìato parzialmente prima di Natale scorso.
Ma perché questa ammucchiata?
Quanto scritto sotto, a questo punto, assume i contorni del trapassato prossimo.
Rileggiamo insieme, fratelli.
In piedi.
Due punti.
Il meeting fra due detective così diversi fra loro non è ancora avvenuto, ma in seguito ad accordi con gli eredi di Will Eisner, già lo si intravede all’orizzonte, grazie all’inzigazione nella striscia di Dick Tracy di una foto del “detective creduto morto” e alla citazione del Commissario Dolan.
Aspettiamo con moderata fiducia e ansia bencelata.
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Se qualcuno, nel frattempo, volesse farsi un po’ di male potrebbe visionare almeno un paio di cartoons televisivi di quasi una sessantina di anni fa con Dick Tracy.
Alcuni di essi erano scritti (o co-scritti) da uno sceneggiatore al quale stiamo lavorando in questi giorni per un libro di futura uscita nel 1917. Nientemeno che Bob Ogle.
Suo è anche il soggetto dell’episodio qua sotto. Per visionarlo (termine assente dal dizionario online, che quindi mi viene segnato come errore, OT) bisogna clikkare sul link.
https://www.youtube.com/watch?v=ohe2vlZShfo
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Se si riesce a vedere, quello sotto è parzialmente scritto dall’amato Dick Kinney (prima di creare Paperoga, ora in edicola);
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Quello sotto è invece scritto da Homer Brightman.
https://www.youtube.com/watch?v=E2KAB7EAJ_o
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Molto più affascinante fu la serie di telefilm dal vero.
Qui, per esempio, ecco Dick Tracy TV Show, Episode #14 aired on 12/13/1950.
Tracy is kidnapped from his home by Flattop Jones who has been hired to kill the detective. Flattop figures he can get more than $10,000 for the hit and tells Criminal kingpin Namgib he will kill Tracy for $50,000 giving Sam Catchem extra time to search for him.
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Per tacere della precedente versione cinematografica. Anno 1947.
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Seduti.
Il post è finito, navigate in pace.
Aveva previsto il futuro, travestito da Hitler, una settantina di anni prima.
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Ecco come commenta il grande Floyd Norman.
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Il ritratto sopra è somigliante, quello sotto è quasi adulatorio.
C’è satira e satira, diciamo.
Per par condicio, diamo spazio anche all’opinione opposta, secondo la quale è Gesù in persona a guidare la mano di Trump.
Infatti, è sicuro che Cristo sarebbe entusiasta di far costruire muri, di far passare condotti petroliferi in terra santa, di chiudersi nel proprio opulento egocentrismo alla faccia dei rifugiati senza speranza.
Da un paio di giorni, ormai, la notizia è stata divulgata in vari siti specializzati e non (ma non ancora qui). Napoli Comicon 2017 ospiterà il pluripremiato narratore francese Daniel Pennac , che nella metropoli partenopea presenterà Un amore esemplare, adattamento teatrale dell’omonimo graphic novel da lui scritto qualche anno fa e disegnato da Florence Cestac. Un anno circa (undici mesi e tredici giorni, per la precisione) è trascorso da quando ne avevamo annonciato la “primissima”, a Pistoia, come si legge più sotto.
Lo spettacolo sarà presentato all’interno del programma Napoli Comicon 2017, con la produzione esecutiva di Roberto Roberto per LAILA in collaborazione con C.A.S.A. – Centro delle Arti della Scena e dell’Audiovisivo e la coproduzione di COMICON.
La prima di questo nuovo percorso, dopo il debutto pistoiese dello spettacolo, si terrà a Napoli il 29 aprile, al Teatro Bellini e vedrà in scena proprio l’autore in veste anche di attore, che sarà presente anche nei giorni di fiera per incontrare il pubblico del festival. E direi che sicuramente sarà disponibile per firmare i suoi album, sia quelli di Lucky Luke che questo, benché in lingua francese, non ancora tradotto in italiano.
Tutti conoscono Florence Cestac per i suoi fumetti, com il ciclo Les Déblok nel settimanale Le Journal de Mickey (con Nathalie Roques) o per storiche copertine come quella che riproduciamo sotto.
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Orbene, adesso non parliamo però di fumetti cartacei, bensì di performance teatrali. Venerdì 18 marzo dello scorso anno e sabato 19 marzo, è andato in scena al teatro polivalente (per così dire) Funaro di Pistoia “un gioco teatrale” dal titolo Un amore esemplare. Ad andare in scena, diretti dall’argentina Clara Bauer, sono uno scrittore e una fumettista, ovvero Daniel Pennac e Florence Cestac, con la complicità di Ludovica Tinghi, attrice e traduttrice in scena con loro e Massimiliano Barbini.
Questo evento speciale è stato pensato per il Centro Culturale toscano ed è interpretato da eccezionali “non attori”, anche se Pennac non è stato certo al suo debutto sul palcoscenico e questa è anche la sua terza esperienza di residenza teatrale al Funaro (la prima, nel 2012, per la creazione de “Il 6° continente”, regia di Lilo Baur, la seconda, sempre nel 2012, per “Storia di un corpo”, regia di Clara Bauer che lo aveva visto interprete oltre che autore, e nel 2013 la terza, per “L’Occhio del lupo”, regia ancora di Clara Bauer).
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Il progetto nasce anche da un’amicizia, per essere più precisi da una cena fra due amici.
Daniel Pennac e Florence Cestac si conoscono da molti anni e una sera, a tavola, Daniel racconta a Florence la storia d’amore di Jean e Germaine, una storia così vera da sembrare inventata e così bella da dover essere condivisa. Quando era un ragazzino, Daniel Pennac trascorreva le sue vacanze a La Colle – sur – Loup, in Costa Azzurra. Sole, fichi e un grande pergolato sotto il quale si giocava a bocce erano gli ingredienti di quei periodi estivi. Lì, con il fratello Bernard aveva incontrato Jean e Germaine, una coppia: lui aveva l’aspetto di un grande airone calvo, lei era sorridente, sottile, rosa. I due erano sempre felici e si restava intrigati dalla loro gioia di vivere.
Senza figli, senza lavoro, Jean e Germaine vivevano un amore “senza intermediari”, un amore sedentario, “un amore esemplare”, appunto. “Una storia indispensabile, tanto è bella e regala piacere”, dice la presentazione dell’edizione francese del fumetto (per ora non ancora tradotto in italiano). E’ così che le parole di Daniel e la matita di Florence hanno dato vita a questa pubblicazione dell’editore Dargaud nell’aprile 2015, che ha avuto un successo immediato.
Clara Bauer mette in scena Florence Cestac e Daniel Pennac che, con Ludovica Tinghi, e la musica di Alice Pennacchioni, ci mostrano dal vivo l’origine di questa idea servendosi del mezzo teatrale per raccontare a un nuovo pubblico la storia di Un amore esemplare.
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Con la complicità in scena di Ludovica Tinghi e Massimiliano Barbini, le musiche di Alice Pennacchioni e le luci di Ximo Solano, Daniel e Florence ci mostrano dal vivo l’origine di questa idea servendosi del mezzo teatrale e raccontano a un nuovo pubblico la meravigliosa storia di Un amore esemplare.
Per inciso, al Comicom per gli appassionati di fumetto europeo sarà motivo di grande interesse l’arrivo di Grzegorz Rosinski, illustratore di serie di culto di genere fantasy come Thorgal (attualmente in via di ristampa a cura della Panini, con le traduzioni di Pier Luigi Gaspa), Hans e Il grande potere del Chninkel. All’artista, naturalizzato belga ma di natali polacchi, sarà collegata un’esposizione di autori suoi conterranei allestita in collaborazione col Festival di Lodz (MFKiG Pologne). In circa cento tavole originali sarà possibile ripercorrere la storia non molto nota la storia del fumetto polacco, a partire da Rosinski fino a Marzena Sowa.
Sotto, dei video con Rosinski al festival polacco, qualche mese fa. Ottimi, per chi conosce la lingua!
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Buongiorno a tutti, qui c’è una gran confusione. Nel mio studio, alla periferia di Londra, e anche tra i materiali che vado accumulando e consultando per il lavoro. I computer sono lo specchio più che fedele dei miei archivi, digitali o “materiali” (carta, cartone, legno tarlato delle librerie, tracce di colla per i restauri e filo refe per le rilegature più apprezzabili).
Così accade che continuiamo ad annunciare servizi che non appaiono (di fatto) o sono rimandati sine die. Ma succede anche di peggio, che cioè dei servizi o degli articoli siano pronti per essere spediti, o essere messi online, e invece si perdono nell’iperspazio.
Mi riferisco a un excursus abbastanza preciso, databile un paio di settimane fa, su alcuni dei primi fotoromanzi della storia, quelli ideati da Luciano Pedrocchi, nato a Milano il 16 settembre 1914, fratello del grande Federico. E zio di Carlo Pedrocchi, a sua volta sceneggiatore, scrittore ed editore.
Proprio Carlo ci scrive, precisando alcuni passaggi relativi al testo di un nostro vecchio articolo. A suo tempo avevamo scritto un nuovo pezzo che incorporava il testo di Carlo e tutto quanto, adesso, è diventato irrintracciabile, disperso in qualche computer.
Come precisa Gianni Bono nelle pagine della Guida al Fumetto Italiano:
Nel 1947 lancia per Mondadori il settimanale bolero film, un prodotto editoriale nuovo che intuisce il formidabile potenziale di un genere basato sull’intreccio fra cinema e letteratura disegnata, fondato sull’immediata riconoscibilità dei volti dei protagonisti-attori e in grado di creare un “divismo” per certi versi autonomo da quello del grande schermo, ma altrettanto trascinante. Con bolero film, prodotto “povero”, Mondadori consolida il suo impero ed esporta il modello di Pedrocchi in tutto il mondo, con una pletora di imitazioni e adattamenti.
Passo subito al dunque riportando, prima di ogni altra cosa, le precisazioni di Carlo Pedrocchi:
Precisiamo: da “Avventuroso film” si passa a un altro settimanale che si chiama “Grandi firme” (titolo rimasto di proprietà Mondadori dopo i periodici anteguerra prima di Pitigrilli e poi di Zavattini). In questa versione fotoromanzica vengono presentate realizzazioni di celebri romanzi classici. Cito a memoria i due più celebri che mi ricordo: “I promessi sposi” e “I miserabili”.
Motivo?
Probabile che Avventuroso non abbia avuto il successo sperato e per questo si sia decisa la trasformazione in una sorta di simil-Bolero più “serio”. Anche GF però durerà pochi anni (non so quanti esattamente). In quegli anni, a fronte delle 700mila copie di Bolero e del milione circa di Grand Hotel, le “solo” 300mila di GF venivano giudicate non soddisfacenti (oggi qualunque editore si leccherebbe le dita anche per meno della metà).
Piccola curiosità finale: parecchi anni dopo – 1971 – ho usato anch’io lo stesso logo (ormai libero) per il mio volume “Le grandi firme del fumetto italiano”.
Sotto, il vecchio articolo, prima delle precisazioni.
Le notizie sul Guido Martina meno noto continuano a fioccare, e il solo rammarico di questo blog è non avere il modo di girarle in tempi stretti a tutti gli interessati tramite la rete.
Peraltro, pochissimo è anche il tempo del “tenutario” dello stesso per rispondere a quesiti, e-mail di ogni tipo, richieste di aiuto per tesi di laurea e via di questo passo.
Approfitto di questo incipit per scusarmi con tutti gli “inevasi” per l’ennesima volta. Insistete, prima o poi riuscirò a rispondervi.
Questo post avrebbe voluto trattare del Guido Martina fotoromanziere, un’attività che lo ha impegnato a varie riprese. Nello specifico, adesso stiamo parlando del settimanale Avventuroso Film di Arnoldo Mondadori, che si trasformerà nel ben più noto Bolero Film.
Martina scriveva soggetti che poi venivano messi su carta con foto di attori diretti da Damiano Damiani.
Ne vediamo sotto degli estratti, o meglio delle vignette fotografiche.
Martina ne avrebbe scritti altri qualche decennio dopo, quando sulla scena romana venivano contattati da Ruggero Giovannini anche altri sceneggiatori disneyani, fra i quali Carlo Chendi.
Ma intanto, bisogna ringraziare Franco Ressa per aver potuto vedere (e pubblicare) per la prima volta una foto di Martina giovane.
Oggetto di una sua ricerca storica (della quale pubblicheremo qualche approfondimento in seguito) è il dettaglio della foto che apre il post, scattata al Teatro Odeon di Torino il 20 febbraio 1928, giorno del debutto della rivista Tra gonne e colonne.
Il dettaglio ritrae Martina e Cavur vestito da donna (10° e 12° da sinistra della foto collettiva, pubblicata sotto. CLOCK veemente per ingrandirla).
Nella foto ci sono anche altri personaggi importanti.
Norberto Bobbio (1° da sinistra).
Morbelli, col berretto, e Laguzzi (8° e 7° da destra).
il 7° da sinistra vestito da ballerina è Ignazio Scotto, futuro presidente del Consiglio di Stato a Roma (abitava in Piazza Cavour davanti al “palazzaccio” di giustizia).
E dulcis in fundo l’articoletto sul giornale del GUF di Torino che annunciava la scelta quasi in ex aequo delle riviste goliardiche di Bobbio e di Martina.
Nella giuria c’era Giuseppe Blanc, l’autore della musica di Giovinezza e di molti altri inni del regime.
Norberto Caviglia, che musicò la rivista, era cugino di Norberto Bobbio e futuro dentista.
Grazie a Franco Ressa, e vai(!) con le immagini da fotoromanzo!
Non so quanto di pecosbilliano si possa ritrovare in questi fotoromanzi western di Martina.
Senza dubbio sono più adulti, meno romantici, forse un tantino pioù verbosi.
Singolare è la familiarità fra personaggi importanti “bianchi” e di pelle rossa, come si vede anche nelle brevi battute di questo dialogo, tratto dalla puntata pubblicata su Avventuroso Film n. 123 del 24 febbraio 1952.
LINK CORRELATI (fra gli altri):
GUIDO MARTINA SCONOSCIUTO (un omaggio in più tempi – versione aggiornata)
GUIDO MARTINA SCONOSCIUTO E FUTURISTA (secondo tempo)
SE N’E’ ANDATA ELISA PENNA, IDEATRICE DI PAPERINIK
Chi, per San Valentino, ha cercato di evitare i cioccolatini avvolti nelle citazioni delle più acute massime della Pausini, quasi sicuramente si è orientato sul prodotto dell’industria dolciaria pubblicizzato sopra.
Peraltro, arrivano circolari dove si spiega che la festa di San Valentino non è altro che la commemorazione della famosa strage che avvenne nel 1929 a Chicago a opera di Al Capone.
Il tubo dei baci Perugina, prende proprio spunto dalla canna del modello di mitragliatrice che venne usata per compiere quella strage la M1921 Thompson, rinominata per l’occasione la “sparabaci”.
Dentro ogni tubo, infatti, ci sono 7 Baci Perugina, tanti quanto il numero delle vittime di quell’agguato malavitoso.
Perchè Valentino? Perché il vero nome di Al Capone era Gennariello Posillipo Valentino Esposito.
Fine della circolare.
About the Product (pubblicizzato da Xeni Jardin su Boing Boing):
Box includes three edible anuses – Dark, Milk and Bleached
Sort-of like a Hershey’s kiss, only it’s an anus
Eat it all up or let it dissolve on the tongue
Belgian chocolate, (perfectly-formed) British anus
Measures approximately 11cm(W) x 3cm(H) x 4cm(D). Suitable for Vegetarians.
(“Vegetariani” con “V” maiuscola).
Passata la festa, consegnato il regalo (che “piace ai bambini”, sostiene una recensione), vediamo cosa ci attende nei prossimi giorni.
Come è noto, dopo il macello (sarebbe definibile in modo più articolato e calzante, ma per il momento accontentiamoci di questa pur appropriata definizione) che ha fatto seguito alla disgregazioni di Saloni del Libro in Italia, non solo Milano ha preteso una sua manifestazione diversa da quella torinese, che si sta leccando le ferite inferte dagli editori del capoluogo lombardo.
Oltre alla città diretta da Sala, infatti, ecco anche Firenze con un ‘suo’ nuovo salone del libro, che forse non ha ricevuto le attenzioni necessarie da parte del popolo del Fumetto, anche perché, in contemporanea, codesto si ritroverà nel vicino capoluogo lucchese in occasione di Collezionando.
Perché mai agire in contemporanea e quindi in concorrenza (di fatto)?
Chissà: si suppone per la pertinacia tutta italica a farsi egocentricamente i propri cabbages senza guardare oltre al muretto di cinta dell’orticello che ‘sti cabbages coltiva. Questo viene da pensare agli osservatori esterni pur facenti parte del mondo dell’editoria (e non essendo, quindi, estranei).
Comunque, eccoci arrivati a Firenze libro aperto, kermesse dedicata all’editoria in ogni sua forma. in programma alla Fortezza da Basso dal 17 al 19 febbraio.
Ad organizzarla è la società Fbs Eventi, guidata dallo scrittore fiorentino Paolo Cammilli, già autore del fortunato romanzo Maledetta primavera e del più recente Io non sarò come voi.
Un comunicato ANSA dello scorso ottobre virgolettava: “Non abbiamo niente a che vedere con la disputa Torino- Milano: il nostro è un salone che nasce dal basso” spiegava Cammilli “e abbiamo l’obiettivo di consentire a tutti di partecipare e favorire il dialogo tra piccoli e grandi editori”.
Cartoonist Globale augura il meglio a questa e a tutte le altre iniziative che abbiano lo scopo di dare una mano a far leggere la gente, soprattutto gli adolescenti obnubilati dal web e ipnotizzati dai nocivi smartphone, micidiali per chi non sa dominarli e ne legge a vanvera i contenuti navigando alla maniera di Donald Trump (che è l’esempio più eclatante di questo annebbiamento, pur essendo predispostissimo, come è noto, al deserto neuronico).
Ecco cosa propone la Scuola Internazionale di Comics.
Ecco il dettaglio degli eventi di Collezionando:
SABATO 18 FEBBRAIO
ORE 11,15 – L’editoria del fumetto in Italia Quali i nuovi orizzonti?
Conduce Matteo Stefanelli. Intervengono: Vincenzo Sarno (Sergio Bonelli Editore), Renato Franchi (Panini Comics), Francesco Meo (Editoriale Cosmo), Andrea Rivi (ReNoir Comics/Nona Arte)
ORE 14.00 Le novità di Collezionando 2017
Conduce Dario Dino-Guida, con: Anafi presenta: Portadas, le copertine delle riviste argentine di Hugo Pratt ReNoir Comics/Nona Arte presenta: Il Maestro, riedizione dell’opera di Milani-Di Gennaro; Prince Valiant, nono volume; Buck Danny, primo volume dell’ultima storia di Charlier. Edizioni NPE presenta: L’uomo della legione, terzo volume della collana dedicata a Dino Battaglia.Cronaca di Topolinia presenta; Super Tits il nuovo volume realizzato da Elena Mirulla. Mencaroni Editore presenta: Il Settimo volume della collana Album di Figurine Speciale Panini (1981-1993). Edizioni Menhir presenta: Il promo de il Morto n.9 Un cuore per un amico, con due statuine in tiratura limitatissima. Las Vegas Edizioni presenta: Fulvio Gatti – I Nerd salveranno il mondo Gabriella Calista presenta: Pinocchio & Pinocchio, la doppia versione di Vinicio Berti Allagalla Edizioni presenta: Agenzia X di Pino Rinaldi intitolato Nebbie sulla luna
ORE 15.30 – Sergio Bonelli Editore presenta i due nuovi volumi da libreria: Il segno di Yama e I maestri della notte.
Intervengono: Fabio Civitelli, Giovanni Ticci, Claudio Nizzi, Mauro Laurenti. Conduce Giorgio Giusfredi.
ORE 16 – 50 anni di Storia del West
Conduce Michele Ginevra. Introduzione di Franco Spiritelli su Gino D’Antonio e la sua Storia del West. A seguire le celebrazioni dei 50 anni: in sala un parterre d’eccellenza composto da giornalisti, redattori, editori, critici, autori e fans insieme alle figlie del grande autore.A seguire presentazione di tre libri western:Sentieri di carta nel West, Allagalla EditoreBuffalo Bill. L’uomo, la leggenda, il West, di Pier Luigi GaspaCuster e Wild Bill. Vite parallele di due miti della Frontiera, di Massimo Di Grazia
ORE 18 – SCLS presenta Zagor: dalla lettura al collezionismo, una passione inesauribile
Conduce Raul Calovini, intervengono: Marcello Mangiantini, Moreno Burattini, Alessandro Chiarolla, Joevito Nuccio.
DOMENICA 19 FEBBRAIO
ORE 11 – AMys presenta: Martin Mystère, le nuove avventure a colori
Intervengono: Alfredo Castelli, Rosario Raho, Alfredo Orlandi, Fabio Piacentini
ORE 12 – Cerimonia Collezionando 2017 Walk of Fame
ORE 14.30 – Incontro con Barta Edizioni: Io sono Saharaui.
Parole e immagini raccontano la vita, la musica e gli ideali di un popolo in costante equilibrio precario. Conducono Fabio Gadducci e Dario Dino-Guida
ORE 15.30 – Meeting Fan Club e Web Community.
Il primo passo verso Collezionando 2018 Conduce Riccardo Lucchesi
ORE 17 – “I Supereroi… e se fussin di Lucca?”
Estratto della commedia teatrale di Marco Nicolosi, recitata in leggero vernacolo lucchese dalla compagnia teatrale La Combriccola.
Quasi sicuramente tutti i siti che si occupano di fumetti riporteranno in contemporanea questa stessa notizia.
La sola differenza (credo) rispetto ad altri sta nel fatto che noi la infarciamo con immagini a loro modo esclusive ed estranee, per le quali ancora una volta ringraziamo Andrea Cara.
A si deve questa pagina che apre il post, con disegnato Moby Duck in uno script di Vic Lockman.
E’ la prima pagina da Moby Duck n. 26 del 1977 della storia a questo link
https://coa.inducks.org/s.php?c=W+MD+++26-01
Uno degli ultimi della serie quindi, ma interessante (come Andrea sottolinea) perché Vic Lockman si è occupato della serie e delle storie sin dall’inizio, nel 1967, anche prima che andasse in onda l’episodio del Walt Disney’s Wonderful World of Color del 1968 che lo vede protagonista.
Di seguito anche la pagina dalla pubblicazione statunitense con i disegni finali di Pete Alvarado.
E ora parliamo di Storia del West…
Cinquant’anni!
Questa mostra ripercorre i sentieri dell’avventura, un’opera indimenticabile di Gino D’Antonio, da lui coordinata e disegnata assieme a Renzo Calegari, Renato Polese e Sergio Tarquinio, cara a tutti gli appassionati.
Se c’è un avvenimento o una ricorrenza importante che a Collezionando doveva essere celebrata, questo è il caso della Storia del West nata 50 anni fa, nel giugno 1967, quando le Edizioni Araldo guidate da un giovane Sergio Bonelli distribuirono nelle edicole di tutta Italia la Collana Rodeo, contenitore all’interno del quale spiccava Storia del West.
La testata, divenuta simbolo di una qualità letteraria e grafica raramente eguagliata, per quasi 13 anni ha appassionato migliaia di lettori di tutta Europa, accompagnando molti di questi dall’adolescenza alla maturità, facendo conoscere la storia della frontiera americana sotto un diverso punto di vista, lasciando un segno profondo nella coscienza di ognuno di loro.
Collezionando festeggia il cinquantesimo anniversario di quell’esordio proponendo una combinazione dalla forte valenza emozionale: una mostra e un incontro che attraverso l’esposizione di materiale inedito e l’ascolto di importanti testimonianze creeranno un imperdibile momento di condivisione.
L’esposizione metterà in mostra tutto il meglio di quello che su carta è stato stampato, albi, copertine, tavole originali, fra i quali spiccano pezzi rari accompagnati da curiosità, aneddoti e i relativi valori collezionistici, più una anteprima dei layout di Gino D’Antonio di recente ritrovamento, qui esposti grazie alla preziosa collaborazione del Centro Fumetto “Andrea Pazienza” di Cremona.
Peraltro, ci risulta che subito dopo Lucca la mostra toccherà anche la piazza di cremona, patria di Tarquinio, cheha notevolmente contribuito all’esposizione con dei materiali d’archivio in suo possesso.
L’incontro, previsto per sabato 18 febbraio alle ore 16, coordinato da Michele Ginevra e introdotto da Franco Spiritelli, analizzerà attraverso interventi di giornalisti, critici e autori quanto l’opera di D’Antonio abbia significato per il fumetto italiano, e quanto la Storia del West sia tutt’oggi un capolavoro indimenticabile. L’Anafi (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione) ha prodotto per l’occasione un agile catalogo della mostra, in collaborazione con Edizioni If. Un magnifico disegno di D’Antonio è anche stato scelto per il manifesto ufficiale di Collezionando.
Programma nel programma, ecco le novità Anafi in occasione di Collezionando: dal volume Portadas, con le copertine di Hugo Pratt pubblicate sulle copertine delle riviste argentine, al catalogo della mostra di Storia del West, al n. 101 di Fumetto (che contiene un ampio servizio sul quasi sconosciuto Anatroccolo Gimbo, redatto da Silvio Costa e Luciano Tamagnini con il sottoscritto blogger – Gimbo, che in Argentina veniva pubblicato con il nome di Patolìn dalla edizioni Bois), accompagnati dalla nuova tessera 2017 firmata da Roberto De Angelis e dagli altri materiali sociali destinati a chi si associa all’Anafi per il 2017, a partire dal volume del compianto Gallieno Ferri, Thunder Jack – L’eroe del Nord.
Da Perugia ci comunicano assidui lettori di questo blog (plurale maestatis) che una delle caratteristiche più apprezzate sembra essere l’ecletticità furibonda nell’accostamento degli argomenti.
Eccone allora un esempi:, in assenza di tante immagini riferibili ai FILM PER UN MONDO (argomento del post, partecipate compatti!) mescoliamo al testo qualche immagine e un video su una collezione di romanzi di fantascienza, compresi forse i primi, dove il termine science fiction salì alla ribalta.
Inutile sottolineare che i due argomenti non hanno niente a che spartire fra di loro.
Ma (magari) chi è interessato solo a uno dei due potrebbe essere colpito dall’altro. Nessuno si scandalizzi per gli accostamenti.
In due lingue, tedesco e inglese, questa imminente iniziativa cinematografica.
FILME FÜR EINE WELT
Grenzenlos helfen – ein SPENDENABEND für SOS MEDITERRANEE
Wann: 2. März um 20 Uhr
Wo: Babylon, Großer Saal, Rosa-Luxemburg-Str. 30, 10178 Berlin
Acht preisgekrönte Kurzfilme in Anwesenheit der jeweiligen Regisseurinnen und Regisseure + SOS MEDITERRANEE
Eintritt 7,- Euro. (Vier Euro von jeder Eintrittskarte gehen an SOS MEDITERRANEE)
Keine Reservierung möglich!
Wir Filmemacherinnen, die diesen Filmabend organisieren, sind entsetzt über das massenhafte Sterben der Flüchtlinge an den europäischen Außengrenzen. Menschen ertrinken im Mittelmeer, verbluten an den Grenzzäunen von Ceuta und Melilla und erfrieren auf der Balkanroute – mitverantwortlich dafür europäische Politik der Abschottung.
Wir sind Zuschauer eines der größten Verbrechen der europäischen Nachkriegsgeschichte. Doch wir wollen nicht wegschauen.
Der Filmabend unterstützt SOS MEDITERRANEE, eine europäische Organisation zur Rettung Schiffbrüchiger im Mittelmeer. Ihr Einsatz ist unentbehrlich – nach wie vor. Über 8.000 Menschen konnten sie bereits vor dem Ertrinken retten. Eure Spenden machen ihre Arbeit möglich. Vier Euro von jeder Eintrittskarte gehen an SOS MEDITERRANEE – ein Tropfen auf den heißen Stein.
Deshalb bitten wir Euch auch den mitgebrachten Spendentopf für SOS MEDITERRANEE zu füllen – auf das er überquelle. Ansprechpartnerinnen der Organisation werden da sein.
Die Organisatorinnen bedanken sich beim Babylon, das auf einen Teil der Einnahmen verzichtet, der Filmuniversität Babelsberg KONRAD WOLF und der Deutschen Film- und Fernsehakademie Berlin, die auf eine Vorführgebühr verzichteten – zugunsten von SOS MEDITERRANEE. Hier mehr über die Organisation.
Filme der Filmuniversität Babelsberg KONRAD WOLF
IMRAAN C/O CARROM CLUB – Deutschland, 2014, Regie: Udita Bhargava, Dokumentarfilm, 14 min OmE
LITTLE MISS NEUKÖLLN – Deutschland, 2010, Regie: Stepan Altrichter & Stefan Höh, Dokumentarfilm, 15 min, OF
FLAMINGO PRIDE – Deutschland, 2011, Regie: Tomer Eshed, Animationsfilm, 6 min
Filme der Deutschen Film- und Fernsehakademie Berlin (dffb)
BERLIN TROIKA – Deutschland, 2014, Regie: Andrej Gontcharov, Darsteller: Matthew Burton, Dieter Wardetzky, Alexander Khuon, Sebastian Blomberg, Länge: 10 min, OmU
THE HOUSE In THE ENVELOPE – Deutschland, 2015, Regie: Sanela Salketic, Darsteller: Demet Gül, Özer Arslan, Vedat Erincin, Aysan Sumercan, Länge: 16 min, OmU
GESCHÜTZTER RAUM – Deutschland, 2014, Regie: Zora Rux, Darsteller: Maelle Giovanetti, Gorges Ocloo, Thelma Buabeng, Franziska Wulf, Viola Neumann, Sven Taddicken, Länge: 13 min, OmU
Prisma Vision Films
OUT OF ORDER – Spanien, 2006, Regie: Lucia Vannucchi, mit: Angel Burgos, Fanny Condado, Länge: 4 min, OmU
Berliner Moment
Craig Judelman and the Milksoup Orchestra – Deutschland, 2017 Regie: Stephan Talneau, Musik Gruppe Craig Judelman and the Milksoup Orchestra, Länge: 4 min,
Die Organisatorinnen
Die Regisseurinnen Lucia Vannucchi (Instituto del Cine Madrid und Internationale Filmhochschule in San Antonio de los Baños, La Habana, Cuba) und Bianca Bodau (Filmuniversität Babelsberg KONRAD WOLF) initiierten und kuratierten diesen Filmabend, in der Hoffnung, dass die Studenten und Studentinnen der Filmhochschulen ihre Verwandten, Freunde und Bekannten, Mäzenen und Groupies ins Kino locken, um einen wundervollen Abend zu verbringen und die außergewöhnliche Arbeit von SOS MEDITERRANEE mit ihren Spenden zu unterstützen.
Kontakt
Bianca Bodau: 0163 2696 034 * b.bodau@gmail.com
Lucia Vannucchi: 0176 7851 0002 * luciavan@yahoo.it
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FILMS FOR A WORLD
Unlimited support – a fundraiser event in support of SOS MEDITERRANEE e.V.
When: 2 March at 8 pm
Where: Kino Babylon Mitte in the Great Hall
Rosa-Luxemburg-Str. 30; 10178 Berlin, Germany
We, filmmakers who organize this film evening, are horrified at the massive loss of refugees’ lives at Europe’s external borders. People drown in the Mediterranean Sea, bleed to death while attempting to cross the border fences of Ceuta and Melilla and succumb to freezing temperatures on the Balkan route -. The European policy of sealing external borders has a share in the responsibiliy for this tragedy.
We are spectators of one of the biggest crimes in European post-war history. But we do not wish to turn a blind eye.
The film evening is organized in support of SOS MEDITERRANEE e.V., a European organization with a mission to rescue people in the Mediterranean Sea. Its commitment continues to be indispensable. Thanks to the efforts of this organization, more than 8,000 people have been saved from drowning.
Your donations allow for this vital work to continue. Four euros from each entry ticket go to SOS MEDITERRANEE – literally a drop in the ocean.
Therefore, in addition, we ask you to generously contribute to the fundraiser for SOS MEDITERRANEE e.V. – In order to facilitate donations, representatives of the organization will be attending the event.
The organizers wish to thank the cinema Babylon, which has waived part of their income, as well as Babelsberg Konrad Wolf and the German Film and Television Academy Berlin, who declined to charge a screening fee in support of SOS MEDITERRANEE.
More about the organization: http://sosmediterranee.org
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Films from the Film Academy Babelsberg Konrad Wolf
• IMRAAN C / O CARROM CLUB – Germany, 2014, Director: Udita Bhargava, documentary, 14 min
• LITTLE MISS NEUKÖLLN – Germany, 2010, Director: Stepan Altrichter & Stefan Höh, documentary, 15 min
• FLAMINGO PRIDE – Germany, 2011, Director: Tomer Eshed, Animation film, 6 min
Films of the German Film and Television Academy Berlin (DFFB)
• BERLIN TROIKA – Germany, 2014, Director: Andrej Gontcharov, Cast: Matthew Burton, Dieter Wardetzky,
Alexander Khuon, Sebastian Blomberg, Length: 10 min, OmU
• THE HOUSE In THE ENVELOPE – Germany, 2015, Director: Sanela Salketic, Cast: Demet Gül, Özer Arslan,
Vedat Erincin, Aysan Sumercan, Length: 16 min, OmU
• SCHÜTZERRAUM – Germany, 2014, Director: Zora Rux, Cast: Maelle Giovanetti, Gorges Ocloo, Thelma
Buabeng, Franziska Wulf, Viola Neumann, Sven Taddicken, Length: 13 min, UmO
Prisma Vision Films:
• OUT OF ORDER – Spain, 2006, Director: Lucia Vannucchi, with: Angel Burgos, Fanny Condado,
Length: 4 min, OmU
BerlinMoments:
• Craig Judelman and the Milksoup Orchestra – Germany, 2017 Director: Stephan Talneau, Music Group Craig Judelman and the Milksoup Orchestra, Length: 4 min,
The organizers
Directors Lucia Vannucchi (Instituto del Cine de Madrid and the International Film and TV School of San Antonio de Los Baños, Cuba) and Bianca Bodau (Film Academy Babelsberg Konrad Wolf) initiated and curated this film evening, in the hope that the students of the film academies will invite their relatives, friends and acquaintances, patrons and groupies to the cinema, to spend a wonderful evening together and support the extraordinary work of SOS Mediteranee with their donations.
Da ieri praticamente tutti i siti e blog fumettisticamente oriented ne parlano, non per questo eviteremo di farlo noi oggi, con un po’ del consueto ritardo, dovuto questa volta a impegni insormontabili nell’ambito del pregevole Ordine dei Giornalisti al quale il presente blogger si onora di essere iscritto da decenni, pur tifando per la sua soppressione, in linea con iniziative radicali e pentastellate nonché con gli auspici dell’ex primo ministro Renzi Matteo.
La notizia, non secondaria, è che finalmente, quasi per la prima volta una serie umoristica di Sergio Bonelli Editore viene dedicata ai lettori più giovani e per la prima volta viene lanciata tramite Internet. Una risposta ai Disney Babies, non dimenticati.
Altre esperienze umoristiche, come sappiamo, la Casa editrice di Via Buonarroti le aveva sperimentate (albi-volumetti speciali con Antonio Terenghi, Massimo Bonfatti, Franco Benito Jacovitti e Nedeliko Balajaka, Claudio Nizzi, Bonvi, Alfredo Castelli, o la collana dedicata al televisivo Doctor Beruscus) e a suo tempo aveva stretto anche un accordo con Silver e Francesco Coniglio per la pubblicazione di Lupo Alberto e di Cattivik.
Ma questa è “musica nuova”: la Sergio Bonelli Editore lancia sulla rete la prima serie umoristica dedicata al pubblico più giovane e interpretata dai protagonisti dei suoi albi a fumetti in una veste del tutto inedita.
Evviva!
I “Bonelli Kids” sono un gruppo di ragazzini appassionati dei fumetti della Sergio Bonelli Editore al punto di vestirsi come i protagonisti delle loro serie preferite e assumerne i nomi. Fanno parte di un club davvero esclusivo. Pochi possono accedervi: non basta semplicemente abbigliarsi come gli eroi delle varie testate come ìin uno dei tanti stupidi cosplay che ammorbano le fiere otaliane, ma occorre, cosa ben più difficile, serve rispecchiarne le caratteristiche psicologiche e fisiche.
Giudice inappellabile dell’idoneità degli aspiranti è il disegnatore Art, coadiuvato da un ineffabile assistente canino di nome Kirby (come il “King”). Gli iscritti al Club sono già undici; gli eroi ancora mancanti entreranno a far parte del gruppo quando ad Art si presenterà qualcuno con i giusti requisiti.
La serie Bonelli Kids è firmata da Alfredo Castelli, il papà (secondo alcuni “il nonno”) di Martin Mystère, Sergio Masperi & Tino Adamo – ufficialmente grafici presso Sergio Bonelli Editore, ma segretamente possessori di numerosi e insospettabili talenti – e Luca Bertelè, disegnatore di fama internazionale tra gli autori della serie a fumetti di Star Wars – The Clone Wars. I colori sono di Manuela Nerolini; il lettering di Marina Sanfelice.
Per la prima volta in assoluto, una serie inedita di Sergio Bonelli Editore viene lanciata sulle pagine di Internet anziché sulla carta. Fino al 26 febbraio, tutti i giorni esclusa la domenica, potrete leggere sul sito sergiobonellieditore.it e sulla pagina facebook dedicata ai “Bonelli kids” le strisce di presentazione dei vari personaggi.
Il 27 febbraio avrà invece inizio la regolare pubblicazione della serie, con nuove strisce ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Sulla pagina facebook “Bonelli Kids”, oltre a rileggere le strisce (“slittate” di un giorno) i gentili navigatori avranno modo di visionare e scaricare materiale sempre inedito.
Tra il 3 e il 5 marzo a “Cartoomics”, la Fiera del fumetto che si tiene, come ormai accade da qualche edizione presso la Fiera di Milano-Rho (www.cartoomics.it), ancora olezzante di afrori dell’Expo (era da quelle parti) potrete conoscere meglio questi nuovi personaggi, o miei cari.
Stiamo facendo tutt’altro e siamo nella periferia di Altrove, ma i nostri sedici smartphone e i nostri dodici tablets hanno ricevuto in contemporanea una segnalazione che non possiamo non condividere. Peccato che i lettori di questo blog non possano commentare per dire la loro, visto che ce ne sarebbero gli estremi.
Leggo, dal sito, che questo disegno è in vendita.
Trattasi di un ovvio “ricalco” del dipinto a olio sotto.
O, per essere più precisi, confrontare per credere, della copertina del comic book ispirato successivamente al dipinto, e sempre spedio (sottoforma di matita) da Barks al suo editore, la Western. In quella sede sarebbe stato inchiostrato, seguendo la routine che contraddistingueva praticamente tutte le copertine di taglio umoristico di quel periodo (salvo eccezioni).
Check out this very nice artwork, which was in the private collection of a long time comic collector and Carl Barks fan named “DENVER SHERRY” who passed away in 2010.
Fatte ricerche su questo Denver Sherry, ricavo da qui: http://boards.collectors-society.com/ubbthreads.php?ubb=showflat&Number=3987669 che il collega collezionista fu ucciso da un automobilista ubriaco, a quanto pare nell’area di Nashville.
Many from the Nashville area will know Denver. I believe he was in his early 80s. He used to set up at the Nashville Flea Market with Harry Thomas, and also at the Louisville Flea Market. Denver was your classic old timer, a little crochetty, but with a good sense of humor.
A few weeks ago, he and his wife were rear-ended by a drunk driver in Nashville, and the injuries he sustained eventually took his life. Goodbye, Denver. We will miss you.
Mi associo al cordoglio con sette anni di ritardo. Magari ci siamo anche incontrati a una qualche convention. In questa pagina c’è anche una foto con Stan Lee, ma non penso che il signor Denver vi sia ritratto.
Proseguo con la descrizione del pezzo in vendita.
This piece was penciled and inked by the great CARL BARKS! This art is very close but slightly different from the published comic book image in the red link above, featuring Donald Duck getting bucked off his horse as Huey, Dewey and Louie all watch in embarrassment! This artwork is signed TWICE by Carl Barks, first in black ink with a Walt Disney Productions Copyright next to it, and then Carl Barks dedicated it and signed it again in blue ink just above his black inked signature. This art is drawn on 9 by 12 inch Disney art board, as the back of this board is lined Disney art board from the 1970’s. This piece was either an unpublished cover? or a pinup Barks Drew in homage to his old cover…Either way this is a true blue Carl Barks pen and ink that looks virtually identical to one of his published covers!? I’ve personally never EVER seen a Carl Barks black and white cover image…
Normally only painted RECREATIONS are ever offered for sale by this ICONIC Disney artist. This truly is a RARE RARE opportunity to own a great Donald Duck cover image (published or unpublished) by this great Disney artist! Compare this nice art to the published comic book in the red link above! ALL art on our website (including this one) are able to be purchased with VERY fair time payments, and trades are always considered towards “ANY” art on our website! Just send us an email to mikeburkey@aol.com and we can try to work something out.
$12,000.00
Con appena dodicimila dollari è vostro, ma io l’avrei disegnato meglio e a un prezzo molto più conveniente, pagabile anche in rubli.
Se volete approfittare… Posso anche sistemare dietro Paperino il simpatico Bugs Bunny, come ha fatto a suo tempo Larry Mayer, bravo disegnatore tuttofare delle copertine (e non solo) della Gold Key, che ha ripreso il cavallo di Barks che lui stesso (Larry) aveva inchiostato per la copertina di Walt Disney’s Comics and Stories riprodotta più sopra, sotto il dipinto, basandosi sulla matita di Barks, lo ha ribaltato specularmente e ha sostitito il Papero con il Coniglio grigio.
Alé!
Chi, anche minimamente inesperto di disegno disneyano, non eviterebbe di non giurare che questo disegno non sia provenuto nemmeno per un erroneo sbaglio dalle mani dell’Uomo dei Paperi?
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“Rifacciamoci l’occhio” con un po’ di immagini di Heinrich Kley.
Grazie a Fred Munro.
Oggi, nella fiera milanese di Cartoomics, si è tenuta la premiazione di Giorgio Cavazzano per 50 onoratissimi anni di carriera Disney. Tantissimi autori l’hanno omaggiato con un disegno (sopra, quello di Blasco Pisapia) o un testo. Ed anche con l’avvio di una collana semestrale che lo riguarda.
Nel caso di un autore generosamente fluviale come Cavazzano, che sinora ha già regalato ai suoi lettori una rifornitissima gioielleria di gemme fumettistiche, selezionare le sue migliori opere di quest’ultimo mezzo secolo è una scommessa ardua. Assai difficile è organizzarle in appena sei libri il suo The best of.
Ma siamo fiduciosi che i Tesori Made in Italy che lo riguardano accontenteranno i suoi fans, includendo le opere più importanti dell’Artista, da lui scelte, arricchite con bozzetti inediti e da commenti che spiegano le ragioni della loro accordata preferenza.
Nel percorso dei sei volumi di questi Tesori Made in Italy si evidenzieranno in modo chiaro la maturazione e le mutazioni artistiche di Cavazzano, scorrendo in modo sintetico le tappe della sua enorme e variegata esperienza.
Così, constatiamo che il dinamismo e le sperimentazioni presenti nella indimenticabile avventura Paperoga e il peso della gloria si mitigano con l’avvio della partecipazione dell’autore al settimanale francese Le journal de Mickey.
Può darsi che si tratti di una pura coincidenza, ma la temporanea pausa nei contatti con il Topolino edito da Arnoldo Mondadori favorisce una calibrazione dei disegni cavazzaniani con lo stile e il gusto della piccola schiera di fumettisti Disney francesi, fra i quali spiccano Claude Marin e Gen-Clo (alias Claude Chebille). Da questa fase in avanti, i disegni del cartoonist di Venezia cambiano vistosamente registro, rientrando parzialmente nei canoni Disney più tradizionali.
Negli anni Ottanta seguirà un’altra fase, molto feconda, durante la quale Cavazzano studierà i model sheet classici dei disegni animati, in particolare quelli dettati da Fred Moore per il suo morbidissimo Mickey Mouse.
Altre variazioni sono in parte legate alla collaborazione, per il ripasso a china, del collega e amico fraterno Alessandro Zemolin, suo inchiostratore pressoché stabile.
Qualche sensibile aggiustamento di tiro è anche determinato dall’interazione di Cavazzano con i suoi coautori. Sono il complice di follie Giorgio Pezzin, l’amico di sempre Rodolfo Cimino (che trattegia gli story-boards delle sue sceneggiature), il “grande corso” François Corteggiani (così chiamato in virtù delle sua mole), il giornalista Vincenzo Mollica, trasformato in Papero della commedia disneyana. E ancora, tra gli altri, il consumato giallista Silvano Mezzavilla, il sintonico “tuttofare” Tito Faraci, i rigorosi educatori a fumetti Massimo Marconi, Alessandro Sisti e Fabio Michelini, specializzati in storie di taglio didattico o innformativo. Senza dimenticare i talenti dell’attuale millennio: Marco Bosco, Casty, Roberto Gagnor, Fausto Vitaliano.
A cadenza bimestrale, ogni Tesori Made in Italy propone un florilegio di nuove storie, disegni e illustrazioni selezionati e commentati dall’Artista, sino a coprire, in sei volumi, un intero anno di uscite: quello del cinquantennale di un Maestro senza tempo.
L’anno della festa di Giorgio Cavazzano!
La striscia sopra, disegnata da Al Taliaferro, è un fuori programma; serve semplicemente a dimostrare (facendo un rimando all’articolo precedente, sui “falsi” messi in vendita in rete) che non tutto quello che a Barks fu fatto firmare era necessariamente farina del suo sacco.
Il discorso su questo argomento sarebbe assai ampio da sviscerare e non è questa la sede per farlo.
Ma sembra che il problema dei falsi, venduti sia in rete, sia alle fiere (o meglio “proposti” in rete, poi non è detto che tutti abbocchino, ci sono stati esempi clamorosi di autori addirittura mai esistiti, che avrebbero realizzato bozzetti disneyani d’epoca; qualcosa è stato smascherato dal sottoscritto dopo l’interessamento di un perplesso retailer, dopodiché disegni e autore sono scomparsi nelle nebbie dalle quali provenivano) raccoga l’interesse dei collezionisti e anche dei semplici curiosi. Quindi, torneremo su questo curioso fenomeno, che ben poco ha a che fare con l’amore per il Fumetto e molto con la ribalderia.
Chiudo con un recupero degno di nota, che piacerà soprattutto a Nunziante Valoroso.
Quanti sanno che una versione di Cenerentola era stata firmata da Walt Disney molto prima del celebre lungometraggio del 1950?
Eccone la prova.
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Questo è un adattamento radiofonico della fiaba, tratta dal programma con Topolino, Minni, Paperino, Pippo e soci Mickey Mouse Theater of the Air. Queste episodio è stato trasmesso poco più di 79 anni fa, il 27 febbraio 1938.
Ascoltatelo attentamente… La versione è molto particolare e “apocrifa” anche rispetto allo stesso futuro film Disney: è di scena anche lo Specchio Magico, recentemente visto in Biancaneve e i sette Nani.
Buongiorno, è la Festa della Donna, in questa occasione mi sembra bello divulgare le parole spedite da Marilena Nardi (ciao!) ai suoi compagni di newsletter, per così dire, prima di ricordare, ahinoi, l’avvenuta scomparsa di un grande del nostro medium, Jay Lynch. Tutti abbiamo cercato di acquistare i rarissimi comic book underground che circolavano in Italia con le sue storie, tipo Bijou Funnies, per esempio ai vecchi Saloni Internazionali dei Comics di Lucca.
E sono fiorite le mimose. E divampano sulle prode, le chiudende e gli orti di riviera. Procaci, smargiasse, caste come il disegno di un bambino, profumano come delle puttane, fragili al primo sussulto del vento, invadenti, infestanti. Mandano in visibilio le mimose in fiore, ti friggono gli occhi come una mossetta di Marylin Monroe che si scuote i capelli, ti arrampichi sui muretti per prenderne una rama, pronto a cadere, pronto a rubare come faresti per un suo bacetto anche solo involato da lontano. Consolano le mimose in fiore, come le fossette di una bambina che si è appena svegliata, come un cannolo alla crema con la crema che ti schizza sul labbro.
E mi ricordano le mimose in fiore la compagna Teresa Mattei, ti mando un bacio comandante Chicchi, la ragazza madre che si alzò in piedi alla Costituente e non se ne ristette fin quando non fu aggiunta la parolina “di fatto” all’articolo 3 punto 2 di questa nostra Costituzione, che in tal modo recita: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini….”
Non fosse che per questo, questo giornale le assomiglia. È già, espulsa da tutte le scuole del regno per antifascismo, espulsa dal PCI per antistalinismo. Fu lei, che non avendo una lira in tasca per un po’ di garofani, prese rame di mimose più che poté, perché le donne se ne adornassero nel giorno della loro festa, e della loro battaglia.
Maurizio Maggiani,
da “Vivario”, Il Fatto Quotidiano del Lunedì, 24/2/2014
A questa pagina dell’immarcescibile Comics Journal troviamo The Jay Lynch Interview del 1987.
Jay Lynch held down the Chicago end of the underground comics movement. Bijou’s Funnies, which he edited, was second only to Zap as an underground anthology. Bijou’s, and Rory Hayes. The best-remembered issue was probably the full-color #8, which featured a cover by Harvey Kurtzman and parodies of underground comics in the manner of the early Mad.
Lynch was born in East Orange, New Jersey, in 1945 and studied at the Art Institute of Chicago. A compulsive cartoonist since early childhood, his first published work appeared in Don Dohler’s fanzine Wild (as did Williamsons). While at the Art Institute his cartoons appeared in the notorious college humor magazines Aardvark and Charleton. By 1965 he had appeared in the “Public Gallery” section of Kurtzman’s Help! and had written for Cracked.
Quanto riporto di seguito è di una gravità unica.
Pur con il solito stile che ben conoscono i miei illustri followers (o visitors che dir si voglia), con varie immagini di abbellimento che non c’entrano affatto con il contenuto di questo post, mi sembra logico e doveroso amplificare anche attraverso questo blog, ospitato da ben dieci anni dal Sole 24 Ore, la volontà dei giornalisti del quotidiano (ben più illustri e titolati a compiere un’azione di protesta e richiesta di dimissioni del direttore di noi poveri blogger).
L’iscrizione nel registro degli indagati, per il reato di false comunicazioni sociali, del direttore Roberto Napoletano e di altri ex manager del gruppo, compresi l’ex presidente e l’ex amministratore delegato, rappresenta la pagina più buia nella storia del Sole 24 Ore. La redazione ha, sin da ottobre, sfiduciato a larghissima maggioranza il direttore e poi ribadito in più occasioni pubbliche la sua presa di distanza. Già allora era infatti evidente come, al di là delle responsabilità penali che sono ancora da accertare, a Roberto Napoletano dovesse essere attribuito un ruolo di primo piano in una gestione editoriale del tutto deficitaria, che ha contribuito a portare la società sull’orlo del fallimento.
Da ieri è emerso che la Procura di Milano ha acceso un faro anche sulla sua condotta.
Al di là dell’esito finale del procedimento penale, per la redazione è inammissibile che il giornale della finanza, dell’economia, del diritto possa andare in edicola con la firma di un direttore indagato per un reato assai grave, in ipotesi commesso proprio durante la sua permanenza al Sole 24 Ore. Ritiene pertanto, dopo un voto di oltre il 90% dell’assemblea, di non potere che proclamare uno sciopero a oltranza sino al momento della sua rimozione. Un’iniziativa senza precedenti nella storia sindacale del Sole 24 Ore e che, purtroppo, è l’unica che appare adeguata alla gravità della situazione.
Chiede pertanto all’azionista di maggioranza, Confindustria, una doppia assunzione di responsabilità, da una parte restituendo subito al giornale una guida autorevole e in discontinuità con l’attuale gestione, condizione indispensabile per rendere credibile qualsiasi prospettiva di rilancio; dall’altra procedendo, senza più indugi, alla ricapitalizzazione del gruppo, dopo averne annunciato la disponibilità ormai 6 mesi fa.
Il Cdr
Non vale, ragazzi!
Non riusciamo a farci una ragione di un eroe del cartooning che se ne va, che un amico subito lo segue.
A distanza di pochissimo dall’annuncio della scomparsa di Jay Linch, adesso ecco che lascia questa vallata di lacrime corrosive anche Mervyn “Skip” Williamson! Se n’è andato giovedì scorso, era nato nel 1944.
Eccolo con Jay Lynch nel 1973, ambo barbuti, assai furry e disegnanti.
Ed ecco una loro tavola a quattro mani. Anzi, a sei, considerando anche quelle del superstite, il nostro Robert Crumb.
Qui un lungo racconto della vita e delle gesta di questo simpatico, indimenticabile cartoonist underground che, quando l’abbiamo conosciuto, ci ha subito rimandato da Alberto Delbianco, con in quale condivideva qualche sensibilità grafica.
Ma il post che stavo componendo intendeva parlare di tutt’altro!
Infatti, molto tardivamente segnalo (con le luci di posizione) un fantastico excursus sui fumetti “indiani” apparso su Dime Press, la versione online della famosa fanzine-libretto curata soprattutto negli anni Novanta da Francesco Manetti, Saverio Ceri, Moreno Burattini, Alessandro Monti e un po’ di loro amici e collaboratori, pubblicata dalla Glamour International Spa del famigerato Tony Newstreet, ritiratosi a vita semiprivata in un eremo montano di pericolosità vulcanica.
Il redattore dell’esteso e competentissimo saggio (come pochi se ne trovano nel web) è Andrea Cantucci.
Sia gloria.
Illustrato straricchissimamente, presenta personaggi tutto sommato scontati al fianco di altri del tutto stracult (ah, se solo esistesse anche per il Fumetto un corrispettivo di quello che il programma televisivo di Marco Giusti fa per il cinema! Un programma televisivo elitario, certamente, come lo è anche questo di Rai 2, ma tutte ‘ste TV che spuntano come peronospore per rosicare delle fettine di fatturato a chi, parzialmente incapace, è sul mercato da decenni, non potrebbero accarezzare l’idea? No, eh?).
Per esempio, vicino allo jacovittesco Occhio di Pollo, la cui mancanza mi sembra si percepisca (ma di una iniziativa in merito al recupero del Far West di Jac parlerà a Romics Giuseppe Pollicelli con illustri ospiti) troviamo (cito):
Le avventure di Cuore d’Argento (che) hanno tutte le caratteristiche dei romanzi d’appendice in cui si alternano di continuo dei colpi di scena piuttosto forzati, a cominciare dalla prima storia suddivisa in quaranta brevi puntate. Qui il protagonista, che si credeva figlio del capo dei Mohicani, scopre invece che il suo vero padre è il capo dei Nantas, il ché lo getta nella più completa costernazione perché di conseguenza pensa di essere fratello della figlia del capo, che voleva sposare. Ma a risolvere la situazione e toglierlo dall’imbarazzo giunge opportunamente la notizia che la ragazza era stata adottata e i due innamorati non sono consanguinei.
A realizzare le delicate tavole di Cuore d’Argento è
Il disegnatore Carlo Savi, che aveva collaborato agli albi di Aquila Bianca, realizzò invece un’altra serie sugli indiani di tono altrettanto irreale e romantico, Cuore d’Argento, su un giovane sakem accompagnato da una fedele aquila che fu il primo personaggio fisso degli Albi dell’Intrepido, dove uscì a puntate dal 1964.
Chi è Carlo Savi?
Dunque, faccio prima a copincollare:
CARLO SAVI (Milano,27-8-1922) Disegnatore dal tratto personalissimo, esordisce sui periodici della Ponzoni (editore che farà una brutta fine) con la serie di RAGAR (1946-48). Disegna numerosi episodi per l’Albo dell’lntrepido dal 1952 al 1962, ARRIBA GRINGO! per Intrepido e una serie di liberi per Full.
Troppo giovane, appena 68 anni, età preoccupante, quella di Bernie Wrightson, altro artista scomparso, nella desolazione generale. Se ne va con Chuck Berry.
Se n’è andato dopo una lunga battaglia con il cancro al cervello.
La sua amata moglie Liz ha scritto questo, nelle pagine ufficiali del grande autore (che noi del gruppo fiorentino degli anni Settanta-Ottanta, da Alberto Becattini a Stefano Piselli, abbiamo sempre ammirato e cercato di mostrare almeno ai lettori – pochi ed elitari – che cercavamo di catturare con le fanzine Funnies o Image), ogni altra parola è superflua:
It is with great sorrow that I must announce the passing of my beloved husband, Bernie. We thank you for all the years of love and support. His obituary is below:
After a long battle with brain cancer, legendary artist Bernie Wrightson has passed away.
Bernie “Berni” Wrightson (born October 27, 1948, Baltimore, Maryland, USA) was an American artist known for his horror illustrations and comic books. He received training in art from reading comics, particularly those of EC, as well as through a correspondence course from the Famous Artists School. In 1966, Wrightson began working for The Baltimore Sun newspaper as an illustrator. The following year, after meeting artist Frank Frazetta at a comic-book convention in New York City, he was inspired to produce his own stories. In 1968, he showed copies of his sequential art to DC Comics editor Dick Giordano and was given a freelance assignment. Wrightson began spelling his name “Berni” in his professional work to distinguish himself from an Olympic diver named Bernie Wrightson, but later restored the final E to his name.
His first professional comic work appeared in House of Mystery #179 in 1968. He continued to work on a variety of mystery and anthology titles for both DC and its principal rival, Marvel Comics. In 1971, with writer Len Wein, Wrightson co-created the muck creature Swamp Thing for DC. He also co-created Destiny, later to become famous in the work of Neil Gaiman. By 1974 he had left DC to work at Warren Publishing who were publishing black-and-white horror-comics magazines. There he produced a series of original work as well as adaptations of stories by H. P. Lovecraft and Edgar Allan Poe. In 1975, Wrightson joined with fellow artists Jeff Jones, Michael Kaluta, and Barry Windsor-Smith to form “The Studio,” a shared loft in Manhattan where the group would pursue creative products outside the constraints of comic book commercialism. Though he continued to produce sequential art, Wrightson at this time began producing artwork for numerous posters, prints, calendars, and coloring books.
Wrightson spent seven years drawing approximately 50 detailed pen-and-ink illustrations to accompany an edition of Mary Shelley’s novel Frankenstein, which the artist considers among his most personal work. Wrightson drew the poster for the Stephen King-penned horror film Creepshow, as well as illustrating the comic book adaptation of the film. This led to several other collaborations with King, including illustrations for the novella “Cycle of the Werewolf,” the restored edition of King’s apocalyptic horror epic, “The Stand,” and art for the hardcover editions of “From a Buick 8” and “Dark Tower V.” Wrightson has contributed album covers for a number of bands, including Meat Loaf. The “Captain Sternn” segment of the animated film Heavy Metal is based on the character created by Wrightson for his award-winning short comic series of the same name.
Characters he worked on included Spiderman, Batman and The Punisher, and he provided painted covers for the DC comics Nevermore and Toe Tags, among many others. Recent works include Frankenstein Alive Alive, Dead She Said, the Ghoul and Doc Macabre (IDW Publishing) all co-created with esteemed horror author Steve Niles, and several print/poster/sketchbooks series produced by Nakatomi.
As a conceptual artist, Bernie worked on many movies, particularly in the horror genre: well-known films include Ghostbusters, The Faculty, Galaxy Quest, Spiderman, and George Romero’s Land of the Dead, and Frank Darabont’s Stephen King film The Mist.
Bernie lived in Austin, Texas with his wife Liz and two corgis – Mortimer and Maximillian. In addition to his wife, he is survived by two sons, John and Jeffrey, one stepson, Thomas Adamson, and countless friends and fans.
A celebration of his life is planned for later this year.